venerdì 3 novembre 2023
giovedì 14 settembre 2023
Problem Solving Strategico... in pillole.
In presenza di un blocco della performance: sportiva o lavorativa; la sequenza del Problem Solving Strategico può esserci d'aiuto. Questo metodo permette d'avere una guida precisa e rigorosa, tenendo ben presente un fattore, quello di non passare allo step successivo se non si è realizzato bene quello precedente. Ciò, a occhi ingenui potrà sembrare una perdita di tempo ma, questo partire dopo, permetterà di arrivare prima all'obiettivo, trasformando i blocchi in opportunità seguendo un percorso che libera risorse, guida e inserisce piccoli, al contempo graduali cambiamenti che diventano poi valanghe di cambiamento.
Il primo passo da compiere in questo percorso è la DEFINIZIONE DELL'OBIETTIVO che vogliamo raggiungere. Potrebbe sembrare scontato ma anche l'ovvio va dimostrato (cit. G. Nardone). Perchè non è facile definire un obiettivo è presto detto... La nostra mente racconta molte storie, quasi sempre quelle che vogliamo sentirci dire, così anche la memoria ci gioca brutti scherzi raccontando tante bugie; in questo modo, noi ci autoinganniamo anche su quello che vogliamo. Definire, quindi, chiaramente un obiettivo è il primo passo, quello importante verso il suo raggiungimento. Facile? No, non lo è. Per farlo a volte impieghiamo tanto tempo.
ANALIZZARE LE PROBLEMATICHE che non permettono il raggiungimento dell'obiettivo è il secondo step del Problem Solving Strategico. Trovare le difficoltà che non consentono il cambiamento strategico è essenziale e anche questa azione deve essere molto accurata.
La terza fase, fondamentale, è cercare LE TENTATE SOLUZIONI DISFUNZIONALI, mettendosi alla ricerca anche di quelle azioni agite in passato, che hanno portato un risultato ma che al momento funzionano meno. Tante volte sono proprio le tentate soluzioni che alimentano il problema stesso. Non di rado capita che un atleta, un manager mettano in atto delle strategie usate con successo precedentemente, questo perchè una volta raggiunto un equilibrio si tende a mantenerlo, a maggior ragione se il risultato avuto fosse stato eccellente. Le tentate soluzioni possono essere consapevoli ma anche inconsapevoli, possono essere pensieri, azioni che vanno analizzate e svelate nei loro meccanismi di alimentazione del problema. Una volta identificate queste azioni disfunzionali dobbiamo introdurre delle soluzioni alternative. Facile a dirsi, meno a farsi... Dobbiamo, quindi, trovare un modo che renda possibile ciò. Ci sono tre tecniche che vengono in aiuto: LO SCALATORE, che rende apparentemente graduale il cambiamento; IL COME PEGGIORARE che utilizza una logica paradossale (ottenere qualcosa spingendo nella direzione opposta); LO SCENARIO OLTRE IL PROBLEMA, tecnica di fantasia che riportata nella realtà in piccoli pezzi, ci permette poi di agirli partendo dal più piccolo.
Voglio concludere usando una citazione del prof. Nardone... Il Problem Solving Strategico è "un modello che modella" cioè, se applicato al nostro modo di vedere e non solo nella risoluzione dei problemi, ci modella, rendendoci la mente più flessibile... Diventando così: UN MODO PER MIGLIORARE NOI STESSI.