giovedì 31 ottobre 2019

Feedback? Si,grazie.

Il FEEDBACK è uno degli strumenti che maggiormente può aiutare la crescita di una persona o di una organizzazione. Saper agire questa retroazione, cioè saperne dare o ricevere, riveste un ruolo molto importante all’interno di questo sviluppo. Il mio sogno è far diventare questo “mezzo” una sana abitudine affinchè, col tempo, possa divenire una vera e propria cultura. I feedback possono essere:
GENERICI POSITIVI (aumentano l’autostima e migliorano la relazione);
GENERICI NEGATIVI (riducono l'autostima e peggiorano la relazione);
SPECIFICI POSITIVI (rinforzano i comportamenti funzionali e efficaci);
SPECIFICI NEGATIVI (utili per correggere dei comportamenti disfunzionali). Quando si dà un feedback bisogna farlo in modo efficiente, tale che esso non generi resistenza nell’interlocutore, perciò teniamo in considerazione alcune cose: 
. Febbre emotiva. Valutare bene il momento;
. Accordo. Ci deve sempre essere e non si dà per scontato che l’altro voglia ascoltare. In alcuni ruoli, l’accordo è implicito però bisogna sempre renderlo esplicito;
. Specifico. Perchè il generico è opinabile e può generare resistenze;
. Effetti. Talvolta può essere utile rendere espliciti gli effetti negativi del feedback; 
. Personalizzato. Se quello che si sta per dire è un’opinione, si deve sottolinearlo;
. Alternativa. All’interno del feedback è utile sempre fornire un’alternativa comportamentale;
. Supporto. Si offre sostegno, assistenza alla persona a cui si dà il feedback.
Anche quando si riceve un feedback è buona norma osservare dei comportamenti per renderlo funzionale. All’uopo mi viene in aiuto un acronimo: S.A.G.R.A., nato alla scuola di formazione Fym, attraverso il quale un feedback si accoglie: in SILENZIO per non creare attriti possibili, si ASCOLTA con attenzione per educazione e per non generare resistenze e alla fine si conclude con un “GRAZIE“, anche se ciò che è stato detto possa essere qualcosa di negativo. Ringraziare oltre ad essere un segno di buona educazione, se l'interlocutore volesse creare delle difficoltà, probabilmente funzionerebbe da deterrente, al contrario se volesse dare un sostegno, ne sarebbe gratificato. Dopo qualche giorno, valutando il tipo di feedback, la fonte e quant’altro, si passa alla RACCOLTA DIFFERENZIATA di ciò che è stato ritornato e si prendono le informazioni più utili al momento senza comunque tralasciare le altre indicazioni avute che possono essere rivalutate più tardi e con ancora più calma. Infine si passa all'AZIONE mettendo in pratica con fatti reali gli apprendimenti.
Una cosa importante da ricordare è che un feedback comunicato o ricevuto nella maniera adeguata possa non sortire risultati positivi, perciò si dovrà imparare a valutarlo non nelle sue intenzioni ma per gli effetti che genererà.

Ciro Di Palma - Sport Mental Coach -


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